La Corte di giustizia delle Comunità europee ha il compito di assicurare “il rispetto del diritto comunitario nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati e degli atti normativi derivati”.
Ha sede a Lusssemburgo ed è composta da un numero di giudici pari al numero degli Stati membri..
Essa assolve due funzioni principali:
- verificare la compatibilità con i trattati degli atti delle istituzioni europee e dei governi;
- pronunciarsi, su richiesta di un giudice nazionale, sull'interpretazione o la validità delle disposizioni del diritto comunitario.
La Corte può riunirsi in sezioni o in seduta plenaria per gli affari particolarmente importanti o complessi e su richiesta di uno Stato membro.
La Corte è assistita dal Tribunale di primo grado delle Comunità europee (TPGCE), la cui istituzione nel 1989 ha introdotto il doppio grado di giurisdizione.
Nelle materie di “terzo pilastro” (in cui,come è noto, vige il metodo intergovernativo) la Corte ha competenza limitata: si pronuncia in via pregiudiziale, sulla validità e l’interpretazione delle decisioni quadro.
Il Trattato di Nizza ha introdotto una riforma importante del sistema giurisdizionale dell'Unione. Per quanto riguarda la Corte di giustizia delle Comunità europee, l’aspetto più rilevante è il nuovo articolo 229 A del trattato CE, il quale consente, con decisione adottata all'unanimità dal Consiglio, e sottoposta alle ratifiche nazionali, di attribuire alla Corte la competenza a pronunciarsi su controversie connesse con l'applicazione degli atti adottati in base al trattato che creano titoli di proprietà intellettuale.