Trattato di Prum

Il 27 maggio 2005 alcuni stati membri dell’unione europea, hanno sottoscritto a PRUM un trattato, allo scopo di approfondire la cooperazione transfrontaliera, particolarmente per la lotta al terrorismo, alla criminalità transfrontaliera e all’immigrazione illegale.

Sette paesi: Belgio, Germania, Spagna, Francia, Lussemburgo, Paesi bassi, ed Austria hanno così assunto un ruolo di pionieri per il raggiungimento del massimo livello possibile nella cooperazione di polizia, senza che ciò pregiudichi il trattato dell’unione europea né il trattato costitutivo della comunità europea.

Questa cooperazione, che resta aperta all’adesione di tutti gli stati membri, non contrasta con il diritto dell’unione europea; anzi, entro tre anni dall’entrata in vigore del trattato ( non dalla firma) è previsto l’avvio di una iniziativa per trasferire le disposizioni del trattato nell’ordinamento giuridico dell’UE, valorizzando l’esperienza realizzata, analogamente a quanto avvenuto per gli accordi di Schengen.
Per le sue caratteristiche, che richiamano la cooperazione rafforzata avviata dagli accordi di Schengen, il trattato di PRUM è conosciuto anche come SCHENGEN TRE

La cooperazione rafforzata decisa nel trattato di PRUM, riguarda in particolare lo scambio di informazioni e le misure relative alla lotta contro l’immigrazione illegale.
Ognuno degli Stati aderenti crea e mantiene dei propri archivi nazionali, contenenti profili di DNA, dati dattiloscopici e dati relativi ai veicoli immatricolati, che possono essere consultati automaticamente dalle autorità degli altri stati aderenti al trattato.

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